In occasione di una conferenza stampa tenutasi a Pristina il 3 maggio 2019, la Direttrice della biennale Manifesta, Hedwig Fjen, il sindaco di Pristina Shpend Ahmeti, l’Assessore alla Cultura del Comune di Pristina Blerta Bosholli e il Ministro della Cultura, Gioventù e Sport della Repubblica del Kosovo Kujtim Gashi hanno ufficializzato Pristina come città sede di Manifesta 14.
Sin dalla sua fondazione all’inizio degli anni ’90, la missione di Manifesta è stata quella di indagare il modo in cui la cultura in Europa si trasforma. Ogni due anni, Manifesta cambia sede e svolge le sue ricerche sull’Europa guardandola attraverso le lenti della nuova città ospitante. Il Supervisory Board e la direttrice di Manifesta hanno selezionato la città di Pristina in Kosovo per l’importanza geografica e geopolitica dei Balcani in relazione alla storia recente dell’Europa e al suo futuro. Attuale capitale dello stato sovrano più giovane d’Europa, nel corso della sua storia Pristina ha subito grandi trasformazioni dovute anche alle recenti politiche neoliberali di privatizzazione degli spazi pubblici. Manifesta vorrebbe essere l’opportunità per i cittadini del Kosovo di reclamare il proprio spazio pubblico e riscrivere il futuro della propria città, metropoli dalla mentalità aperta nel cuore dei Balcani.
La storica capitale del Kosovo, Pristina sembra essere il luogo ideale per guardare al passato e pensare alle sfide attuali che l’Europa sta affrontando da una prospettiva unica ed eterogenea. Questo centro urbano in rapida evoluzione, all’incrocio tra Europa dell’Est ed Europa dellOvest, consentirà a Manifesta 14 di esplorare come la cultura contemporanea e le pratiche sociali possano contribuire a mettere in luce l’identità di un paese tanto composito quanto polimorfico.
Pristina è stata selezionata dal Consiglio della Fondazione Manifesta per ospitare la 14a edizione della Biennale in base all’offerta ufficiale presentata dal Comune di Pristina. Il consiglio ha ricevuto offerte da varie città europee e ha intrapreso ricerche approfondite su ciascuna candidatura. La selezione della città ospitante con tre anni di anticipo rispetto all’apertura della Biennale fa parte di una strategia volta ad assicurare un maggiore coinvolgimento con la regione ospitante.